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IL LATO OSCURO DI SAONA
Racconto di viaggio di Vittorio all'isola Catalinita
per ogni informazione su come raggiungere Catalinita scrivere a: vittoriolasterrenas@gmail.com
 
 

 

Boca Chica low cost

 

 
 

 

A raccontare e' Vittorio, pescatore appassionato, rispettoso della natura e degli animali tutti. Instancabile pendolare ecologico tra la Patagonia e i Caraibi. Con un debole per la Repubblica Dominicana.

 

 

 

 

 

 

Dimenticate per un attimo le bianchissime spiagge della costa sud di Saona, le palme,le lance, i catamarani che sbarcano folle inadatte alla verginita' del luogo, i buffet, il merengue a tutto volume e visitate con me il versante nord dell'isola, poco conosciuto e quasi tutto roccioso. Corre parallelo al Parque Nacional del Este formando un canale al fondo del quale si intravede subito lo splendido isolotto di Catalinita.

 

 

 

 

Arrivando da Bayahibe il lato sinistro (nord) del canale e' fittamente ricoperto di mangrovie con bassifondali. Costeggio Saona sin quasi all'altezza di Catalinita. Sono ben visibili due navi semi affondate, la seconda incagliatasi nel riff mentre cercava di rimorchiare la prima. Volto le spalle ai relitti e mi immergo, il fondale e' sui 10 metri con ottima trasparenza, l'andamento della marea puo' rendere l'apnea un po' faticosa perche' alza qualche onda oltre la media e genera forti correnti; la zona e' percio' meritevole di attenzione ma consigliata a nuotatori esperti.

 

 

 

Certamente piu' rilassante e' nuotare ridossato a Saona in favore di corrente, da ovest a est, ripercorrendo a ritroso la rotta della lancia. Mi tengo a non piu' di 20 m. dalla roccia lasciandomi coccolare dalle calde acque del mar del Caribe. Pinneggiando lentamente non e' raro imbattersi in grandi razze sulla sabbia, barracuda di ogni misura, aquile di mare, gatte ( squalo nutrice assolutamente innocuo ) anche di grandi dimensioni, murene, tartarughe nei tratti piu' rocciosi.

 

 

 

 

 

 

 

Pescatori subacquei abili troveranno di ottimo interesse anche culinario il pargo che e' parente stretto del nostro dentice e la ricciola presente in grandi branchi pur se non di dimensioni esagerate. In zone miste alga-roccia mi immergo spesso e controllo attentamente le rocce isolate, se intravedo un bastoncino muoversi sento un brivido alla schiena e un languorino allo stomaco perche' si tratta di una tana di aragoste. Si catturano con un fil di ferro uncinato in fondo, mai con le mani perche' si rompono le chele. Non e' raro catturarne una decina nella medesima tana. La piccole non si toccano, la taglia minima consentita e' di circa 3 etti.

 

 

 

 

 

 

Se qualche settore si rivela poco interessante con troppa alga salgo in barca, colgo l'occasione perriposare un pochino e mi faccio trasportare piu' avanti in prossimita' di formazioni rocciose.In estate rimango in acqua facilmente anche 4/5 ore non consecutive senza aver freddo, indosso semprecuffia e maglietta. Confesso che i risultati sono spesso entusiasmanti grazie anche all'amico Ulisse, mitico pescatore della Romana che mi ha insegnato alcuni trucchetti del mestiere. Un'ultima considerazione:affittare una lancia con guidatore al porticciolo di Bayahibe e' facile e dividendo in 2/3 personeil costo e' uguale a quello delle per me insopportabili gite collettive.La zona sopra descritta rimane off-limits nel mio periodo di vacanza di fine luglio, ma ogni altromomento sara' perfetto.

 

 

 

ma le esplorazioni di Vittorio continuano.....

 

 

 

 

 

 

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