"Con un vento brutale e 20 gradi sotto zero
solo a due pazzi furiosi poteva venire in mente di costruirsi una moto. In una
città, Milwaukee, con strade di fango, interi quartieri con latrine pubbliche
(all'aperto) e una sparuta copertura elettrica, quei due ragazzi che sognavano
di far "correre" una bicicletta, erano visti come due dementi.
Ma Bill Harley e Arthur Davidson avevano la testa
dura come un marciapiede: ventenni entrambi, la loro bici a motore la vollero
a tutti i costi. Anche a costo di beccarsi una polmonite o semplicemente la
nomea di cretini. Anno 1903. Giusto un secolo fa.
Nessuno dei due immaginava le conseguenze di quella
testardaggine: ovvero la nascita di una leggenda, la Harley-Davidson.
Per Bill e Arthur il problema era "andare forte":
mica potevano prevedere che quelle due ruote malferme avrebbero viaggiato per
cento anni, diventando la bandiera di una generazione di ribelli.
Erano vicini di casa e trascorrevano notti intere
nel garage.
Due anni così, senza grossi risultati.
La svolta avvenne solo perché William, fratello di Arthur, decise di
sposarsi. Allora venne dal Kansas il cugino Walter, macchinista delle ferrovie
ed esperto di motori. Al pranzo nuziale Walter fu sequestrato dai due ragazzi
e capì subito cos'avessero in mente.
Si unì al gruppo e mise a punto il primo
motore. Stava nascendo la celebre "Serial Number One". Che crebbe
e si moltiplicò, fino ad arrivare a Hollywood.
Dove quelli che la cavalcarono diedero il sigillo
del sacro alla sua fama di 'maledetta'.
The Wild One ( Il selvaggio ), con Marlon Brando
e Lee Marvin, negli anni Cinquanta. Infine Easy Rider, con Peter Fonda e Jack
Nicolson la trasformò in un manifesto per un'intera generazione."